Il Coordinamento Liguria Rainbow organizza un presidio martedì 7 luglio dalle ore 15 in via Garibaldi a Genova sotto Palazzo Tursi: tutte e tutti a far sentire la nostra voce durante il Consiglio Comunale!

La Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tribunale di Genova che aveva riconosciuto la doppia genitorialità a due mamme: la nostra amministrazione, dalla voce del consigliere Federico Bertorello, esulta per aver fatto ricorso e così tolto un genitore (e tutti i legami parentali conseguenti) ad una bambina di due anni.
Nonostante queste esultazioni, la bambina avrà sempre due mamme che avranno cura di lei e la ameranno sempre. Non avrà però sostegno e tutela da parte delle istituzioni che invece scelgono di discriminarla.

Coincidenza vuole che il consigliere in questione dia la notizia con esultanza nell’ultimo giorno del #pridemonth, durante il quale invece, in gran parte del mondo, si è celebrato l’orgoglio LGBT+ e il diritto ad un uguale trattamento davanti alla legge.

Ci chiediamo tutte e tutti: chi può felicitarsi di privare dei diritti una bambina?

Il Comune di Genova sta presentando un ricorso dietro l’altro contro i bambini e le bambine delle famiglie arcobaleno, impegnando denaro pubblico per una lotta ideologica.
Chiediamo al sindaco Marco Bucci di ritirare i reclami nei confronti delle coppie omogenitoriali per far finire questa battaglia vile e indecente combattuta sulla pelle dei bambini e delle bambine.

Quella sciarpa arcobaleno indossata il 17 giugno dal primo cittadino Marco Bucci suona come pinkwashing dopo queste esternazioni di chi canta vittoria contro le famiglie delle persone omosessuali.

Abbiamo idee chiare, obiettivi precisi e una coscienza. Dopo la rivolta di Stonewall non è più epoca di concessioni: siamo entrate/i nell’era dei diritti che vanno pretesi e riconosciuti!
Chiediamo a tutte e tutti di partecipare.
Resteremo a distanza di sicurezza ma faremo sentire la nostra voce!

 

 

Campagna nazionale per una legge

sul contrasto alla violenza

e alla discriminazione motivate da

genere,

orientamento sessuale

e

identità di genere

 

Noi cittadine e cittadini italiani chiediamo al Parlamento di approvare:

Una legge che contrasti l’omotransfobia come fenomeno sociale, che intervenga negli aspetti penali legati ai crimini d’odio, negli ambiti legati alla prevenzione e al  sostegno alle vittime.

Una legge contro i crimini d’odio basati su orientamento sessuale, genere e  identità di genere. Si tratta di reati che, secondo il diritto internazionale, non colpiscono solamente la persona che li subisce, ma individuano gruppi sociali rendendoli bersaglio di discriminazioni e violenze. Sono messe a rischio la libertà personale, la sicurezza e la dignità delle persone LGBTI+, delle donne e di chiunque possa essere ritenuto parte di tali gruppi.

Una legge che intervenga, nella sua parte penale, quando il pregiudizio sull’orientamento sessuale, il genere o l’identità di genere è la causa e l’origine di omicidi, aggressioni, violenze fisiche, violenze psicologiche, ingiurie, minacce, persecuzioni, istigazione a commettere discriminazioni e altri reati.

 

Una legge che intervenga in modo concreto a sostegno delle persone colpite dall’odio, che monitori il fenomeno e preveda investimenti per sportelli di ascolto e case di accoglienza.

Una legge per tutte e tutti, che estenda la normativa vigente a protezione delle vittime di odio razziale, religioso, etnico e nazionale. La legge da approvare, infatti, punirà i reati, non prevederà “status privilegiati” e non toccherà la libera espressione del pensiero anche quando non condivisibile.

Una legge di prevenzione che si preoccupi di porre le basi per agire sulle vere cause del pregiudizio e dello stigma sociale: misoginia, sessismo, omofobia, bifobia, lesbofobia, transfobia.

Da’ voce al rispetto!

Firma e fa firmare l’appello,

scrivendo a info@davocealrispetto.it

I dati ricevuti in email saranno trattati secondo la normativa vigente. 

Leggi la nostra informativa sulla privacy

 

GLI EVENTI IN PROGRAMMA A PALAZZO DUCALE:

 

Data: Lunedì 20 gennaio

Luogo: Sala Camino

Orario: 18.00

Titolo: Adelmo e gli altri. Omosessuali al confino in Lucania

Descrizione/Tipo di evento: presentazione del libro alla presenza dell’autore e curatore della mostra, Cristoforo Magistro, modera Francesco Pivetta

Organizzato da: AGEDO Genova

 

Data: Mercoledì 22 gennaio

Luogo: Ducale Spazio Aperto

Orario: 18.30

Titolo: La storia dimenticata. Lesbiche durante il nazifascismo

Descrizione/Tipo di evento: Conversazione a più voci sulle testimonianze ritrovate e raccolte

Focus su:

– "R/esistenze lesbiche nell'Europa nazifascista" a cura di Paola Guazzo, Ines Rieder, Vincenza Scuderi, Ombre Corte, 2010

– "Fuori della norma. Storie lesbiche nell'Italia della prima metà del Novecento" a cura di Nerina Milletti, Luisa Passerini, Rosenberg&Sellier, 2007

Organizzato da: Coordinamento Liguria Rainbow – LesboEventi

 

Data: Venerdì 24 gennaio

Luogo: Società di Storia Patria – Sala Borlandi

Orario: 17.30

Titolo: Storia di Giuseppe P.

Descrizione/Tipo di evento: Reading con i materiali di archivio (lettere dei confinati) che sono stati reperiti durante la ricerca per la realizzazione della mostra "Adelmo e gli altri. Omosessuali al confino in Lucania"

Organizzato da: AGEDO Genova

 

Data: Sabato 25 gennaio

Luogo: Società di Letture e Conversazioni ScientificheSala Eugenio Montale

Orario: 17.30

Titolo: Il gusto omoerotico del nazifascismo. La costruzione del maschio fra virilità e rispettabilità nell'arte e nella società

Descrizione/Tipo di evento: Conferenza del Progetto OMO, modera Silvia Neonato

Organizzato da: Coordinamento Liguria Rainbow – Progetto OMO

 

Data: Domenica 26 gennaio

Luogo: Ducale Spazio Aperto

Orario: 17.00

Titolo: La Memoria degli Altri

Descrizione/Tipo di evento: Letture e riflessioni sui genocidi

Organizzato da: Arcigay Genova – Gruppo Giovani

IDENTITA' DI GENERE E TRANSFOBIA

IDENTITA’ DI GENERE E TRANSFOBIA, uno spazio per l’informazione ed il
confronto in occasione della giornata mondiale di commemorazione delle
vittime di trans fobia (TDoR Transgender Day of Remembrance)

10 Novembre 2018, dalle 15,30 alle 18,30 nella Sala Chierici della Biblioteca Civica Berio

Via del Seminario, 16 - Genova 

 

PROGRAMMA

1.  Ore 15,30 - Presentazioni

            a. Antonella Muraca, socia Agedo: cos'è il TDoR,

            b. Presentazione di Agedo, delle altre Associazioni e dei relatori,

 

2.  Proiezione del video dal blog "mio figlio in rosa"

 

3.  Ore 15,50 - Daniela Pittaluga, psicoterapeuta: "Identità di genere: storia di una non                            malattia" - Testimonianza di Elisa Casaleggio, impiegata.

 

4.  Ore 16,15 - Margherita Dolcino, psicoterapeuta: "La retorica del corpo sbagliato" -                             Testimonianza di Alessio, studente.

 

5.  Ore 16,40 - Luisa Stagi, sociologa: "La chiamano Rivoluzione. Dagli stereotipi alla                             fluidità di genere" Testimonianza di Lele Morandi, operaio.

 

6.  Ore 17,05 - Francesco Pivetta, formatore: "Transfobie e normopatie", testimonianza                           di  Rossella Bianchi, scrittrice.

 

7.  Ore 17,30 - Interventi e domande del pubblico

 

8.  Ore 18,10 - Conclusioni: Fiorenzo Gimelli, presidente Agedo nazionale

 

 


Cosa fare se i vostri figli vi dicono: sono gay

E’ con l’adolescenza che nei ragazzi si consolida l’identità sessuale di genere. La fase più critica da superare è come dirlo ai genitori, è il timore delle possibili reazioni a spaventarli.

La notizia di alcuni giorni fa, dell’aggressione avvenuta ai danni della fidanzatina della loro figlia, di una coppia di genitori romani, ha portato alla ribalta una delle possibili reazioni dei genitori messi davanti alla realtà di avere un figlio o figlia gay. Fortunatamente oggi è più semplice parlare dei gay, soprattutto dopo le dichiarazioni di Papa Francesco – I gay non vanno discriminati e devono essere accompagnati pastoralmente, se una persona in quella condizione è in cerca Dio chi siamo noi per giudicarla? Io credo che la Chiesa debba chiedere scusa ai gay che ha offeso.

La rivelazione può arrivare all’improvviso
La maggior parte dei genitori immagina una vita perfetta per il proprio figlio. Si desidera una vita basata su ciò che la società ci ha condizionati a ritenere accettabile: andare bene a scuola, laurea con il massimo dei voti, un buon lavoro e un buon matrimonio con tanti nipoti. E invece, un giorno all’improvviso, arriva la rivelazione faticosamente elaborata -Io sono gay. Non so se essere felice di questo mio essere così come so che è difficile per voi accettare la mia verità. Se mi amate, non cercate di cambiarmi. L’adolescente, maschio o femmina che sia, può essere spaventato e preoccupato, non è facile riconoscersi diverso dai coetanei e soprattutto delle possibili reazioni da parte loro. La cosa importante è capire il suo stato d’animo, se vostro figlio o figlia ha deciso di parlarvene è la dimostrazione che vuole un rapporto onesto con voi, i suoi genitori, e di condividere qualcosa di molto privato e importante solo con voi.

Le reazioni prevedibili dei genitori
Davanti alla realtà arrivata a confermare un dubbio o all’improvviso senza averne mai sospettato la possibilità, può dar luogo a varie reazioni emotive tra cui:

•Senso di colpa – ho fatto qualcosa di sbagliato nella sua educazione?
•Il dolore – pensavo di conoscere bene mio figlio e ora, cosa è diventato?
•Preoccupazione – che vita potrà avere con la discriminazione sociale così malvagia e se dovesse ammalarsi con le malattie sessualmente trasmesse?
•Eccesso di religiosità – sarà per sempre un peccatore e per questo condannato moralmente
•Stigma – cosa penserà la gente di mio figlio? E di me?

Per risponde ai quesiti prevedibili è necessario aver chiarezza sul fatto che l’orientamento sessuale inizia già prima della nascita. La scienza non ha ancora capito fino in fondo cosa determina l’attrazione per soggetti appartenenti al proprio sesso ma è necessario andare oltre il come e il perché, dal momento che mancano risposte chiare. D’altra parte, se nel mondo la percentuale di gay, maschile e femminile, è stimata tra il 2 e 10% della popolazione in età adulta e che la condizione di gay è presente in tutte le epoche rintracciabili dell’umanità e in tutte le culture, una condizione fisiologica ci deve pur essere.

Come ci si deve comportare
Prima di lavorare sulle proprie preoccupazioni, vanno rassicurati i ragazzi, va detto loro che siete orgogliosi del loro essersi aperti a voi, sono i vostri figli e per questo li amate e rispettate. Il ragazzo saprà di poter contare sempre su di voi perché il vostro rapporto è aperto ed accogliete. Per se stessi, la prima cosa da dire a voi stessi è che non siete gli unici genitori a vivere l’esperienza della diversità, intere generazioni hanno vissuto la stessa esperienza e soprattutto di accettare e superare il sentimento della vergogna. Per questo è necessario poterne parlare con qualcuno di cui ci si fidi. Se non si ha qualcuno in famiglia in grado di aiutare in questo percorso, la cosa migliore è rivolgersi ad un terapeuta professionista dell’età evolutiva o uno psichiatra. Gli operatori professionali seguono un codice etico che impone di essere informati, rispettosi e tolleranti verso le persone gay. Tuttavia, preventivamente, prima di iniziare un percorso di accompagnamento è bene chiedere al terapeuta le sue opinioni personali sulla problematica.
E per finire, non dimenticare che nessun bambino diventerà mai esattamente quello che i genitori hanno immaginato per lui o lei, un figlio rimane per sempre il vostro bambino. Non è la sua sessualità a definirlo un figlio da amare e accudire incondizionatamente.

Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile Scientifico di Guidagenitori.it